"In quanto vedova, non appartenevo più a pieno titolo al mondo dei vivi e dovevo trascinarmi sospirando in lunghe giornate di tedio, nell'attesa di ricongiungermi alla mia perduta metà nell'oltretomba. Era sbagliato desiderare qualcosa di più? Nuove conoscenze, un'esistenza appagante, immagini e suoni piacevoli? Era disdicevole cercare conforto in mezzo alla folla vociante di Manhattan, godendo delle luci e delle opportunità di una città in ebollizione?"
(da "Una ragazza da Tiffany" di Susan Vreeland)